Il territorio e le cascine di Cremona

Il territorio e le cascine di Cremona

Il territorio di Cremona deriva dal Contado di Cremona che fu una storica ripartizione territoriale della Lombardia, precursore dell'odierna Provincia di Cremona. Il Contado di Cremona fu conquistato per la prima volta da Milano sotto la guida di Azzone Visconti nel 1334. Per oltre un secolo la città e il suo territorio rimasero sotto il governo meneghino, fino a che, nell'ambito delle guerre d'Italia, la zona di Crema fu conquistata dalla Repubblica di Venezia con la pace di Brescia del 1449 e da allora percorse una storia autonoma, mentre il resto del contado cadde sotto i veneti nel 1499 durante la Seconda guerra italiana. Il dominio veneto fu però molto più breve: già nel 1509 con la Lega di Cambrai il contado tornò nel Ducato di Milano. La provincia di Cremona venne istituita nel 1786 in applicazione della riforma amministrativa lombarda voluta dall'imperatore Giuseppe II, che tuttavia scorporò dal vecchio contado tutta l'area orientale sottoposta a Casalmaggiore, comunque riaggregata nel 1791. Dopo la parentesi napoleonica, durante il quale il dipartimento dell'Alto Po fu ampliato con Lodi e Crema, la provincia austriaca fu ripristinata nel 1815. A dare alla provincia l'attuale configurazione territoriale fu, nel 1859, il Decreto Rattazzi, che ridisegnava la suddivisione amministrativa del Regno di Sardegna dopo l'annessione della Lombardia. La provincia fu suddivisa nei tre circondari di Cremona, di Casalmaggiore e di Crema. Nel 1868 la provincia di Mantova, annessa al Regno d'Italia due anni prima, venne ripristinata all'estensione che aveva prima del 1859, e pertanto la provincia di Cremona le cedette alcuni comuni all'estremità orientale, ottenendo contemporaneamente il comune di Ostiano dalla provincia di Brescia.

Il territorio cremonese è contraddistinto dalla diffusione di molte cascine a corte, o più semplicemente cascina, una struttura agricola tipica della Pianura Padana lombarda, e in parte piemontese ed emiliana, dove si usa prevalentemente il termine di corte colonica. Si tratta di una grande fattoria al centro di un'azienda agricola di decine di ettari e all'interno sono presenti stalle, fienili, sili, granai, caseifici, pozzi-fontane, forni, scale, magazzini, mulini ed abitazioni dei contadini riunite in un'unica struttura. Il nome della cascina deriva dal cognome del proprietario-fondatore dell'azienda agricola, o dal nome di qualche cappella, chiesa o monastero situati nelle vicinanze o nella cascina stessa. Questa struttura ha dimensioni notevoli e un tempo ospitava varie famiglie di contadini. La diffusione massima delle cascine avvenne tra il 1700 ed il 1800 epoca a cui risalgono la maggior parte degli edifici attuali.

A partire dal 1750 circa infatti, in concomitanza dell'organizzazione capitalistica dell'agricoltura, le cascine si diffusero notevolmente in quanto la struttura stessa della cascina era perfetta per la razionalizzazione della produzione. Oggi le cascine più antiche risalgono al 1400-1500-1600. È infatti alla fine del XV secolo che nasce la cascina così come la conosciamo oggi. In questo secolo avviene la trasformazione dell'allevamento bovino-equino transumante a quello stanziale. Questa rivoluzione, avvenuta di pari passo con la diffusione delle marcite, ha fatto nascere la cascina, una struttura sorta per far vivere assieme gli antichi allevatori, divenuti stanziali, e i contadini che già vivevano accanto ai pascoli trasformati in marcite. Le tenute agricole delle cascine sono caratterizzate dalla produzione cerealicola (grano, mais, riso, orzo) alternata da quella foraggera per consentire l'allevamento bovino. Data la loro collocazione geografica nella pianura irrigua e alla presenza di fontanili e rogge, le cascine si son specializzate nel sistema delle marcite che ha consentito la diffusione dell'allevamento bovino, attuato contemporaneamente all'agricoltura. Questo binomio allevamento-agricoltura sullo stesso territorio è stato il punto di forza dell'agricoltura lombarda a partire dal 1700.

A partire dal 1900 esse sono state progressivamente abbandonate sia per effetto dell'emigrazione dalle campagne che ha caratterizzato il Novecento, sia perché i contadini ritennero più confortevole e sicuro vivere nei centri abitanti, piuttosto che in mezzo alla campagna. A seguito dell'urbanizzazione, le strutture si son trasformate talora in parrocchie, scuole, edifici comunali, villette a schiera, ristoranti e hotel, tuttavia la loro presenza nelle campagne è ancora assai diffusa.

Le cascine e la loro attività sono sempre state il fulcro della produzione delle materie prime dell’enogastronomia italiana, producendo qualità che viene poi trasformata in piatti e bevande della cultura culinaria italiana, tramandando anche le tradizioni e conoscenze contadine sopravvissute fino a giorni nostri e che stanno scomparendo: ma si possono riscoprire e ritrovare nei piatti e prodotti tipici di ogni zona italiana e in particolare nel territorio cremonese: testimone da sempre della ricchezza e della bontà dell’attività agricola e della sua storia e tradizioni secolari.

Per maggiori informazioni potete consultare: https://it.wikipedia.org/

Fuori-Fiera, business by day, pleasure by night!