Il Carnevale con i suoi dolci e vini in italia

Il Carnevale con i suoi dolci e vini in Italia

Secondo la più accreditata interpretazione la parola 'carnevale' deriverebbe dal latino carnem levare ("eliminare la carne"), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400. L'inizio del periodo carnevalesco è tradizionalmente fissato il giorno successivo alla domenica del Battesimo del Signore, mentre i festeggiamenti maggiori avvengono il giovedì grasso e il martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima.

I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.

In Italia esiste una vasta gamma di dolci di Carnevale preparati artigianalmente e in casa, che accompagnano le sfilate di carri e di maschere nei giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri, con una piccola diversificazione secondo i luoghi, dei dolci tipici e dei nomi a loro attribuiti.

Vi sono i dolci lievitati: Schiacciata alla fiorentina diffuso in Toscana, Berlingozzo diffuso in Toscana, Krapfen diffuso in Alto Adige, Mantovane di Cossato prodotto a Cossato (Biella) in Piemonte. Sono dolciumi semisferici di pasta sfoglia, ripieni di una soffice farcita di mandorle e di marmellata. Si utilizzano ingredienti come farina di frumento, burro, uova, zucchero, mandorle dolci e amare, marmellata di agrumi, uva sultanina e sale.

La Piadina della Madonna del Fuoco, dolce tipico di Forlì: l'abbinamento col carnevale nasce dal fatto che la ricorrenza della Madonna del Fuoco, patrona di Forlì, cade il 4 febbraio e quindi sempre prima dell'inizio del carnevale.

Poi vi sono i dolci fritti e sono considerati il dolce simbolo del Carnevale, a seconda dell'aspetto e del metodo di preparazione, si possono suddividere in vari tipi: Pallottole fritte, talora ripiene come le brighelle (bignè ripieni di crema chantilly), le castagnole diffuse in tutta Italia, le frìtołe tipicamente veneziane, le frittelle del mantovano, le caragnoli e rosacatarre del Molise.

Tradizionali anche quelli con pasta lievitata, chiusa ad anello e fritta: come le ciambelle di Carnevale, le zeppole diffuse in varie regioni d'Italia (in altre regioni questi dolci vengono però preparati per la festa di San Giuseppe). Oppure i dolci preparati con pasta tagliata a nastri e fritta come i crostoli diffusi in tutta Italia con nomi vari nelle varie regioni, tra cui: chiacchiere, cenci, frappe, sfrappe, sfrappole, manzole, bugie, galani, intrigoni, lattughe, maraviglias, fiocchi, fiocchetti

In fine vi sono i dolci fritti e ricoperti di miele come gli arancini di carnevale diffusi nelle Marche e la cicerchiata diffusa in Umbria, Marche e Abruzzo .

In abbinamento ai dolci di Carnevale in Italia non possono mancare i vini giusti da abbinare: quali i vini dolci ma non troppo, per le fritture le bollicine sono sicuramente un abbinamento ottimale. Come un fresco e profumato Moscato d’Asti dolce, con un inconfondibile profumo di muschio, pesca, salvia e tiglio, glicine, miele e fiori bianchi.

Mentre per le Castagnole o le frittelle di mele, è perfetto il rosso rubino molto chiaro, a volte tendente al granato, del Brachetto d’Acqui un vino dal profumo intenso, aromatico, con note fruttate di fragola, floreali di rosa e di muschio morbido, amabile, elegante con sensazioni di mandorla amara e noce moscata.

In fine con le farciture, tipiche dei bignè di San Giuseppe, si può degustare un vino passito o una vendemmia tardiva. Ottimali un Passito di Pantelleria o un Recioto della Valpolicella.

Per maggiori informazioni potete consultare: https://it.wikipedia.org/

Fuori-Fiera, business by day, pleasure by night!