Gli antichi siti archeologici d'Italia

Gli antichi siti archeologici d'Italia

Per siti archeologici dell'Italia antica si intende un elenco delle principali località italiane dove sono presenti scavi o materiale archeologico (inclusi i principali Musei) in un periodo successivo all'epoca preistorica e protostorica, che ebbe inizio con la colonizzazione greca nell'Italia meridionale, con quella punica nelle isole del Mediterraneo occidentale, oltre all'attestazione degli Etruschi e poi dei Romani al centro e dei Celti al nord. Il termine è invece fissato alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d.C.).

I primi colonizzatori stranieri sono i Fenici che fondano inizialmente vari empori sulle coste della Sicilia e della Sardegna. Alcuni di questi diventano in breve piccoli centri urbani e si sviluppano parallelamente alle colonie greche; tra i principali centri vi sono le città di Mozia, Zyz e Kfra in Sicilia e Nora, Sulki e Tharros in Sardegna. Tra l'VIII ed il VII secolo a.C., coloni provenienti dalla Grecia si stabiliscono sulle coste del sud Italia e della Sicilia. Le prime componenti sono ioniche e peloponnesiache: i Focesi fondano Elaia (Elea), gli Eubei e i Rodensi fondano Kyme (Cuma), Rhegion (Reggio Calabria), Partenope (Napoli), Naxos e Zancle (Messina), i Corinzi Syrakousai (Siracusa); i siracusani fonderanno poi a loro volta Adria ed Ankón (Ancona); i Megaresi fondano invece Leontinoi (Lentini), gli Spartani Taras (Taranto), mentre gli Achei fondano Sybaris (Sibari); alcuni esuli sibariti fonderanno Poseidonia (Paestum) e Kroton (Crotone). Altre colonie importanti sono Metapontion (Metaponto), fondata anch'essa da coloni Achei, Heraclea e Lokroi Epizephyrioi (Locri Epizefiri), Akragas (Agrigento), Hymera (Termini Imerese) e Ghelas (Gela). La colonizzazione greca pone i popoli italici a contatto con forme di governo democratiche e con espressioni artistiche e culturali elevate.

La regione geografica italiana viene unita politicamente per la prima volta con la Repubblica romana (509-27 a.C.), ma il carattere imperiale delle conquiste effettuate nei secoli seguenti da Roma snatura il carattere nazionale che questa regione stava acquisendo sul finire del I secolo a.C. Giunta all'apice dello sviluppo politico, economico e sociale, Roma imperiale, con la sua organizzazione socio-politica, lascia un segno indelebile nella storia dell'umanità. In tutti i territori dell'impero, i romani costruiscono città, strade, ponti, acquedotti e fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo integrando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli, ancora dopo la fine dell'impero, queste genti continueranno a definirsi romane. La civiltà nata sulle rive del Tevere, cresciuta in epoca repubblicana ed infine sviluppatasi in età imperiale, è alla base dell'attuale civiltà occidentale. L'Impero romano d'Occidente cade nel 476 quando Odoacre, ultimo di una schiera di condottieri germanici che nel periodo di decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in territorio italico, depone l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto.

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